Un filo rosso ci lega indissolubilmente alla nostra anima gemella, alla persona a cui siamo destinati. Potranno passare anni, decenni, ma prima o poi le circostanze ci condurranno a questa persona speciale...
Questa antica leggenda giapponese dice che ognuno di noi nasce con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati, il grande amore, l’anima gemella. Le anime unite dal filo rosso sono destinate, prima o poi, ad incontrarsi. Potranno passare anni, decenni, ma prima o poi le circostanze ci condurranno a questa persona speciale: non si può sfuggire al destino. Neanche le grandi distanze temporali o spaziali potranno impedire alle due persone di incontrarsi. Il filo rosso non potrà essere tagliato o spezzato da nessuno: il legame che simboleggia è forte, indissolubile, e niente e nessuno potrà metterlo alla prova.
Wei è un uomo rimasto sin dalla tenera età orfano di entrambi i genitori. Proprio perché rimasto sempre solo e avendo dovuto sempre badare a sé stesso, il grande desiderio di Wei era sempre stato quello di sposarsi e di avere una numerosa famiglia. Nonostante la sua buona volontà, sino ad età adulta però non era riuscito a trovare una donna che volesse diventare sua moglie o di cui lui si fosse innamorato.
Durante uno dei suoi viaggi Wei incontrò, nei pressi di un tempio, un anziano signore che rilassatamente stava consultando un libro: questi non era altro che il Dio dei Matrimoni e il suo libro, ciò su cui lui leggeva riguardo le unioni volute dal destino. Dopo essersi presentato e aver guardato il libro, rivelò a Wei che il motivo per cui non aveva trovato moglie era che la donna a lui destinata, quella che era legata a lui tramite il filo rosso era ancora una bambina di 3 anni e che doveva aspettare ancora quattordici anni prima di poterla conoscere e quindi poi anche poterla sposare.
Wei rimase un po’ perplesso dalla rivelazione e, in un qualche modo anche deluso; chiese dunque incuriosito cosa contenesse il sacco su cui l’anziano signore era appoggiato. Quest ultimo disse che dentro c’era il filo rosso del destino che legava donne e uomini destinati a stare insieme; si trattava di un filo indivisibile e impossibile da tagliare e il legame che creava era indissolubile: persone dunque legate dal filo erano destinate ad incontrarsi prima o poi e a sposarsi, indipendentemente dai loro comportamenti, da quelli degli altri, da eventi vissuti o da qualsiasi altra influenza esterna.
Wei, già perplesso e deluso dalla prima rivelazione non volle credere nemmeno a quest ultima risposta e per ripicca e sentirsi libero di scegliere la donna da sposare, ordinò ad un servo di uccidere la bambina che, secondo l’anziano signore del tempio, sarebbe dovuta diventare sua moglie in futuro. Il servo, riuscì solo a ferire la bambina alla testa, ma mosso da pietà non riuscì ad ucciderla.
Ferita ma per fortuna risparmiata la bambina, Wei continuò la sua vita di sempre in cerca di una moglie, che nonostante il passare degli anni non riuscì a trovare.
Quattordici anni dopo, Wei, ancora celibe, giunge a conoscere una bellissima ragazza di 17 anni proveniente da una famiglia benestante e dopo poco tempo si sposa finalmente con lei. La ragazza, sin da quando l’aveva conosciuta, aveva sempre portato sulla fronte una fascia. Giunti al momento intimo per la coppia, la giovane si rifiuta di lasciarsi togliere la fascia destando la curiosità del marito.
Non potendosi più trattenere, la donna scoppia in lacrime per la vergogna e finalmente confessa che il motivo per cui non voleva togliere la fascia dalla fronte era perché sotto si celava una cicatrice rimasta in seguito ad una ferita procuratagli da un uomo che l’aveva ferita quando ella aveva 3 anni.
A quelle parole Wei si ricordò dell’incontro con il Dio dei Matrimoni al tempio e dell’ordine che aveva dato al suo servo; lo stesso poi scoppiò in lacrime nel confessare di essere stato lui ad aver ordinato di ferirla (se non addirittura ucciderla). Una volta chiarito tale malinteso e conoscendo meglio la loro storia accettando con gioia il loro legame, voluto inevitabilmente dal fato, i due giovani si amarono più di prima e vissero la loro vita insieme felici.