Dove risiede la felicità? La risposta in questo bel racconto di Jutta Bauer...
Un cane piuttosto depresso, preso da un senso di sconforto e da qualche bicchiere di troppo, si reca dal saggio caprone sulla collina, per chiedergli in cosa consista quella felicità, che non è mai riuscito a comprendere, né a raggiungere.
Il caprone allora inizia a raccontare al cane la storia di Selma, una pecora “ordinaria” che racchiude in sé il senso ultimo della felicità.
Selma era una pecora che trascorreva le sue giornate senza troppi eccessi e divagazioni, lasciandosi guidare da una routine solo apparentemente noiosa e avvilente.
Ogni mattina, all’alba, Selma brucava un po’ d’erba, giocava con i suoi cuccioli fino all’ora di pranzo, per poi dedicarsi ad un po’ di attività fisica, brucare nuova erba, chiacchierare allegramente con la signora Milla, per poi dormire beatamente al calar della notte.
Un bel giorno, un intervistatore chiede a Selma come sarebbero le sue giornate se solo disponesse di più tempo libero da investire in attività piacevoli.
Senza esitare un istante, Selma risponde che, se avesse più tempo, si alzerebbe all’alba per brucare un po’ d’erba, giocherebbe con i suoi cuccioli fino all’ora di pranzo, per poi dedicarsi ad un po’ di attività fisica; brucherebbe nuova erba, chiacchiererebbe allegramente con la signora Milla, per poi dormire beatamente al calar della notte.
L’intervistatore chiede allora a Selma cosa farebbe se dovesse vincere un milione di dollari alla lotteria.
Selma, senza scomporsi, risponde che se vincesse un milione di dollari si alzerebbe all’alba per brucare un po’ d’erba, giocherebbe con i suoi cuccioli fino all’ora di pranzo, per poi dedicarsi ad un po’ di attività fisica; brucherebbe nuova erba, chiacchiererebbe allegramente con la signora Milla, per poi dormire beatamente al calar della notte.
Il racconto termina così, senza ulteriori spiegazioni, lasciando magari qualcuno perplesso sul senso più profondo della felicità.
In età adulta, si comincia a comprendere che la felicità risiede nel desiderare quello che si ha, senza rincorrere i desideri giovanili che ci spingono a cercare una vita diversa o un’identità differente. Questo non vuol dire smettere di sognare o accontentarsi necessariamente di ciò che abbiamo, ma che si può essere felici senza rimpiangere troppo le occasioni perdute e i bei tempi andati.
Per qualcuno Selma è senz’altro “matta”: farebbe le stesse identiche cose anche se avesse più tempo e più soldi! Invece non è affatto matta, è soltanto felice e non stravolgerebbe mai il corso della sua vita, nemmeno se dovesse vincere un milione di dollari alla lotteria.