Ecco spiegata l'origine di questa tradizione...
I coriandoli sono piccoli ritagli di carta colorata, tipici del Carnevale, che vengono lanciati in aria o sulle persone.
L’origine di questa usanza ha radici lontane… bisogna tornare nel periodo Rinascimentale quando, durante le sfilate delle carrozze, tipiche di molte città, venivano gettati sulla folla mascherata granoturco ed arance, fiori, gusci d’uovo ripieni di essenze profumate, monete…
A partire dal XVI secolo con i frutti del coriandolo, rivestiti di zucchero, si iniziarono a produrre dei confettini profumati, fatti apposta per essere lanciati dall’alto dei carri mascherati o da balconi e finestre.
Questa usanza, piuttosto costosa, cadde in disuso. I confetti bianchi vennero gradualmente sostituiti da piccole palline, di identico aspetto, ma fatte di carta colorata o di gesso.
Pare che a Milano, nel XIX secolo, si cominciò a tirare qualcosa di diverso: minuscoli dischetti di carta bianca che al minimo soffio di vento si sollevavano in aria, come se una nevicata ricoprisse i carri che sfilavano.
Narra la leggenda che la geniale trovata fosse dell’ingegner Enrico Mangili di Crescenzago (MI), che aveva pensato di usare i dischetti di scarto dei fogli bucherellati che si usavano come lettiere per i bachi da seta. Fu così che la folla li cominciò a chiamare con il nome con cui ancora oggi li conosciamo: coriandoli.
I coriandoli cominciarono ad essere prodotti a livello industriale e non più come materiale di scarto, utilizzando anche carta colorata.