Questa bella e antica leggenda ci ricorda perché i passerotti hanno piume modeste e non cantano...
Una volta i passerotti abitavano nei boschi; avevano un bel vestito di piume variopinte e cantavano meravigliosamente.
Venne una grossa nevicata. Il bosco restò sepolto; i campi attorno scomparvero sotto il coltrone bianco. I passerotti non avevano più da mangiare. Morivano di fame. Allora pensarono di emigrare verso il paese dove abitavano gli uomini. I primi passerotti partirono così in direzione del fumo che usciva dai camini accesi.
Giunti in paese, si posarono sugli arpioni delle finestre, sulle grondaie dei tetti e si misero a cantare.
Gli uomini a vedere quegli uccelli così variopinti e a sentirli così cantare se ne invaghirono. Dettero loro la caccia. Parte ne ammazzarono, parte ne fecero prigionieri.
Un solo passerotto riuscì a fuggire. Tornò nel bosco tutto spaventato e disse agli altri uccelli:
- Il nostro bel vestito e il nostro canto melodioso attirano troppo il desiderio degli uomini. Se si vuole vivere in paese bisogna essere più modesti.
Lì per lì i passerotti del bosco protestarono. Essi non avrebbero mai rinunciato al loro vestito variopinto e al loro bel canto. Ma la fame si faceva sentire sempre più forte. O morire o rinunciare al bel vestito di piume colorate.
Fu così che i passerotti mutarono aspetto. Si misero un povero vestito di piume grigie, senza coda, presero un becco tozzo, da mangiatori di cibi duri e si presentarono alla casa dell’uomo come tanti mendicanti, facendo un solo verso:
- Cip, cip! – che vuol dire: – Buon dì, buon dì!
Allora l’uomo si commosse alla vista di questi poveri uccelli affamati e dette loro da mangiare.
Da quel giorno i passerotti non abitarono più nel bosco, ma vissero attorno alle case degli uomini, vestiti modestamente e senza canto.