Questa bellissima leggenda spiega l'origine della Befana, che ogni anno nel giorno dell'Epifania porta caramelle e dolcetti ai bimbi buoni...
Alla notizia della nascita di Gesù Bambino in tanti si misero in marcia per andare a Betlemme. Erano pastori, umili contadini… e portavano doni: chi un agnello, chi una forma di formaggio di pecora, chi un piccolo sacco di grano, chi un pane appena sfornato nel forno di casa.
Dall’oriente anche tre re, i Magi, si misero in viaggio a dorso di cammello per andare a rendere il doveroso omaggio a colui che riconoscevano come molto superiore perfino a loro stessi, al loro prestigio e al loro potere. Erano tre uomini giusti. Portavano in dono: l’oro, l’incenso e la mirra.
Il viaggio era lungo, faticoso e non privo di pericoli. I tre Magi erano colti, sapevano di religione, di filosofia, di astronomia, ma nonostante ciò venne loro un aiuto divino che indicasse il percorso: una stella cometa che indicava la strada.
Lungo il cammino anche altre persone chiedevano di accodarsi e di accompagnarli nel viaggio: alcuni seguivano a piedi, altri a dorso d’asino, ma tutti carichi di ciò che potevano donare. Ad ogni villaggio, ad ogni capanna isolata la domanda era sempre la stessa: -“Dove andate, o potenti re?” e la risposta pure non cambiava: -“Andiamo a vedere la nascita del Messia e a rendergli omaggio; vuoi venire con noi?”. E così il corteo aumentava.
Naturalmente non tutti seguivano il corteo: c’erano coloro che non credevano, coloro che erano indecisi, coloro che erano troppo pigri per intraprendere quel viaggio lungo e faticoso. Giunti a circa metà del loro lungo viaggio, i tre re e il loro corteo giunsero in un piccolo villaggio. Qui, in una misera casupola isolata, viveva una vecchina di nome Befana; al vedere quel passaggio di gente guidata da quegli uomini imponenti sui cammelli, anche Befana uscì dalla sua casa e si fece incontro ai tre Magi: -“Scusate se ho l’ardire di rivolgervi la parola, o potenti signori, ma potrei sapere dove va questo vostro corteo? Sapete, qui non succede mai nulla e non si sa mai nulla”.
Con infinita pazienza e con dolcezza Melchiorre rispose: -”La profezia sta per avverarsi: sta per nascere il messia, il liberatore, colui che ci salverà dal male e noi e tutta questa gente stiamo andando ad assistere a questo momento storico, il più importante per gli uomini giusti e di buona volontà: vuoi unirti a noi? La cometa nel cielo ci guida di giorno e di notte e poi siamo in tanti e i predoni del deserto non oseranno attaccarci”.
La vecchia ci pensò un poco, scuotendo la testa, poi rispose: -“No, grandi signori, sono vecchia, ho paura di non avere più le forze per un viaggio così lungo, e poi ho il pane e i biscotti nel forno e devo attendere di aver finito la loro cottura. Anzi, se aspettate posso darvi dei biscotti caldi per voi e per il messia”.
Questa volta a parlare fu Baldassarre: -“Ti ringraziamo per la tua offerta, ma siamo già in ritardo e contiamo di arrivare a destinazione quando il messia sarà già nato da un paio di settimane, quindi non possiamo attendere oltre. Comprendiamo le tue ragioni, ma non possiamo aspettare oltre”. Ciò detto ripresero il viaggio, seguiti dal loro corteo.
Befana rimase sola, col comignolo del forno che fumava e i suoi pani e biscotti che lievitavano e si doravano. Non passò molto tempo che la donna si accorse che era rimasta sola nel villaggio, che tutti, uomini, donne e bambini, avevano seguito il corteo dei tre re. Si rese anche conto che era vecchia, che aveva vissuto una vita sciatta, senza affetti, senza slanci e novità ed ora che le si presentava l’ultima occasione di darle un senso, aveva gettato l’opportunità per non fare bruciare i biscotti.
Corse in casa e raccolse in un sacco i suoi pani, i suoi biscotti, poche cose, legò il sacco ad una scopa da trascinarsi dietro, visto che questo pesava troppo per portarlo in spalla, e si mise in cammino quando, però, ormai non si vedeva più né il corteo dei Magi, né la stella che li guidava. Sapeva vagamente verso quale direzione viaggiavano, ma nel deserto dove tutto è uguale è facile perdersi e perdere l’orientamento.
Così, ogni volta che vedeva un camino fumare, bussava alla porta e, offrendo in cambio i suoi dolciumi, chiedeva informazioni sul corteo, se fosse passato di lì e che direzione avesse preso. Più volte s’accorse di avere sbagliato strada, di essersi perduta, allora chiedeva ospitalità presso qualche casa e faceva nuovi biscotti da offrire in cambio di informazioni.
Passarono i giorni ed oramai il Messia era nato, i Magi erano giunti a lui, avevano posato ai piedi della sua culla, ricavata da una mangiatoia, i loro preziosi doni, mischiati a quelli più semplici, ma altrettanto preziosi per i fedeli che li avevano recati lì, avevano pianto davanti a quel neonato, così piccolo e così potente.
La vecchia Befana girava ancora per i villaggi, regalava biscotti, ne infornava altri, chiedeva informazioni, ma oramai la gente non ricordava più, la cometa era sparita verso altri mondi, altre stelle e galassie, ma la donna non si arrese mai…
E così da allora, ogni anno, la sera dell’Epifania lei si mette alla ricerca di Gesù e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un regalo, se è stato buono, o del carbone, se invece ha fatto il cattivo.