Alcuni la chiamano Raperonzolo, per la Disney è Rapunzel... per noi, come per i Fratelli Grimm, è Rapolina... e questa è la sua storia.
C’erano una volta due sposi che avevano desiderato a lungo un figlio. Finalmente un giorno la donna scoprì di essere in attesa. Dalla loro casa essi potevano vedere uno splendido giardino, pieno dei fiori più belli e dei frutti più rari. Il giardino però apparteneva a una strega molto potente che tutti temevano. Mai nessuno aveva varcato il muro di cinta per paura dei suoi malefici. Un giorno la moglie, mentre stava affacciata alla finestra, vide una magnifica distesa di fiori di rape in un’aiuola. Subito ebbe voglia di mangiarne e, siccome sapeva di non poterli avere , divenne magra e smunta a tal punto che il marito se ne accorse e, spaventato, gliene domandò la ragione. “Ah! Morirò se non riesco a mangiare un po’ di quelle rape che crescono nel giardino dietro casa nostra.” Il marito, che l’amava molto, pensò: “Costi quel che costi, devo riuscire a portargliene qualcuno.” Così una sera scavalcò il muro, colse in fretta una manciata di rape e li portò a sua moglie. La donna preparò subito un’insalata e la mangiò con avidità. Ma il giorno dopo la sua voglia si raddoppiò. L’uomo, per non farla soffrire penetrò ancora una volta nel giardino; ma appena giunse a terra si vide davanti la strega, che incominciò a rimproverarlo per aver osato entrare nel giardino a rubarne i frutti. Egli si scusò come poté, raccontando delle voglie di sua moglie e di come fosse pericoloso negarle qualcosa in quel periodo. La strega disse:” Se le cose stanno così, ti permetterò di portar via quante più rape potrai, ma ad una condizione: dovete darmi il bimbo che sta per nascere! Lo tratterò bene ed avrò cura di lui come una madre.” Impaurito, l’uomo accettò e quando sua moglie partorì una bella bimba, la strega si presentò immediatamente, la prese con sé e le diede il nome di Rapolina.
Rapolina divenne la più bella bambina del mondo, ma appena compì dodici anni, la strega la rinchiuse in una torre altissima, che non aveva scala né porta, ma solo una minuscola finestrella in alto. Quando la strega voleva salirvi, da sotto gridava:-”Rapolina, Rapolina gettami la tua treccina”. La fanciulla infatti aveva capelli lunghi e splendenti come l’oro. Quando la strega chiamava, scioglieva la sua treccia, la fissava ad un ferro della finestra e la lasciava cadere al disotto; e la strega vi si arrampicava.
Un giorno un giovane principe venne a trovarsi nei pressi della torre, udì nell’aria una canzone così dolce che si fermò ad ascoltarla. Voleva arrampicarsi per salire da lei, cercò invano la porta della torre. Triste ritornò al palazzo, ma ogni giorno tornava nel bosco per ascoltare la ragazza. Una volta, mentre si teneva al riparo di un albero, vide la strega che giunta nei pressi della torre gridava:-”Rapolina, Rapolina gettami la tua treccina”. Vide scendere la bionda treccia, e capì che quello era il sistema per salire. Il giorno seguente all’imbrunire si recò alla torre, e come ebbe pronunciato la frase, vide scendere la treccia. Vi si aggrappò saldamente e fu sollevato in alto. Rapolina all’inizio si spaventò, ma ben presto il principe le piacque e insieme decisero che sarebbe venuto tutti i giorni a trovarla.
La strega non si accorse di nulla fino a quando, un giorno Rapolina distratta le disse:-”Come mai faccio più fatica a sollevare voi che il principe?”.La strega, sentendosi tradita, andò su tutte le furie. Afferrò le belle trecce della ragazza e “zic zac”, le tagliò. Non soddisfatta, prese la povera Rapolina e la portò in un deserto, dove dovette vivere tra stenti e dolori. La sera stessa la strega attaccò la treccia alla finestra e quando salì il principe, non trovò la ragazza ma la strega che gli disse che Rapolina era perduta per sempre. Disperato, si gettò giù dalla torre: ebbe salva la vita, ma perse la vista da entrambi gli occhi. Vagò, cieco, per i boschi, nutrendosi di radici e di bacche, piangendo e invocando il suo nome. Passò così qualche anno, finché un giorno giunse nel deserto dove Rapolina viveva misera e infelice. Udì la sua voce e la seguì. Quando fu vicino, Rapolina lo riconobbe, gli buttò le braccia al collo e pianse. Due di queste lacrime d’amore bagnarono gli occhi di lui: come per incanto il principe riprese a vedere come prima. Egli la condusse nel suo regno e da quel momento vissero felici e contenti.