Un brutto anatroccolo che diventa un bellissimo cigno, in questa celebre favola di Hans Christian Andersen...
Era una splendida giornata e mamma anatra, che aveva covato le uova per diverse settimane, era impaziente di vedere i suoi piccoli.
- Com’è grande il mondo! - dissero gli anatroccoli uscendo dal guscio.
- Credete che il mondo sia tutto qui, piccoli miei?…Si estende molto più in là, oltre il giardino! - disse loro la mamma e si accorse che l’uovo più grosso ancora non si era schiuso, si rimise a covare. E dopo un po’ anche l’ultimo uovo si chiuse, ma che delusione per mamma anatra! Era grosso e brutto e non assomigliava a nessuno degli altri anatroccoli. Una rana che aveva assistito alla scena disse alla madre: - Che brutto piccolo avete! - e l’anatra risentita rispose: - E’ rimasto per troppo tempo nell’uovo, per questo non è fatto bene come gli altri, ma ha un buon carattere!
Detto ciò portò i piccoli allo stagno, nuotavano uno dietro l’altro seguendo la madre, anche il brutto anatroccolo nuotava bene… di sicuro non era un tacchino! Ma nell’aia l’anatroccolo non era ben visto, malgrado la mamma lo difendesse, venne morso, beccato, deriso e respinto, non solo dalle anatre, ma anche dai polli, dalle galline e dalla ragazza che dava loro il mangime. Per mettersi in salvo fu costretto a scappare dall’aia. Decise di andare lontano, fare il giro del mondo.
Amava molto nuotare, tuffarsi nell’acqua e guardare gli uccelli che volavano in cielo: i suoi preferiti erano i grandi cigni bianchi, avevano ali magnifiche.
Arrivò l’autunno e l’aria si fece sempre più fredda e i cigni migrarono in cerca di paesi più caldi. Con l’inverno poi, l’acqua gelò e l’anatroccolo era costretto ad agitare le zampe sott’acqua perché il ghiaccio non le immobilizzasse. Era sfinito, un giorno si sdraiò sulla neve e non si mosse più. Per fortuna un contadino lo vide e lo raccolse salvandolo dal gelo. Lo portò a casa, i suoi bambini lo scaldarono rianimandolo, ma l’anatroccolo si spaventò e fuggi.
Finalmente un giorno il sole iniziò a scaldare il roseto dove s’era rifugiato: aprì le ali, le batté e, con sua grande sorpresa, si alzò in volo. Prima che se ne rendesse conto si ritrovò in un meraviglioso giardino, nei pressi di uno stagno, dove tre cigni bianchi scivolavano sull’acqua. Ebbe paura, pensando che la sua bruttezza gli avrebbe procurato ancora guai; chinò la testa e vide la sua immagine riflessa nell’acqua: era diventato un cigno. Le sue piume si gonfiarono e la sua coda si drizzò.
Dimenticò di essere stato umiliato dalle anatre, beccato dai polli e dalle galline, e quanto avesse sofferto durante l’inverno. Era felice e in cuor suo si domandava: “Com’è possibile tanta fortuna a me, che ero soltanto un piccolo brutto anatroccolo?”