"Qualche volta la gentilezza, il coraggio e l’umiltà riescono a vincere sulla prepotenza e l’arroganza"... è la morale di questa bella favola di Graziella D'Ambrosio, l'illustrazione è di Luca Ciancio...
Un giorno nell’immenso oceano un grosso squalo incontrò una tartaruga molto lenta nel capire e nel sentire.
Era molto anziana, rugosa, ma non stupida. La tartaruga aveva bisogno di tempi giusti per capire il senso del suo navigare alla ricerca di cibo e riparo dove poter deporre le sue uova. La vecchia tartaruga aveva visto tanti paesaggi sottomarini d’immensa bellezza, abitati da magnifici coralli, anemoni, meduse danzanti, razze dal mantello svolazzante e pesci di tutte le forme e colori.
Il grosso squalo, vedendo avanzare verso di lui la tartaruga così lentamente, pensò di avere di fronte un grosso boccone per soddisfare il suo inesauribile appetito, ma questo strano animale si comportava in maniera opposta a tutti gli altri che alla sua vista scappavano veloci e impauriti.
La tartaruga, sicura nella sua corazza, fissò lo squalo negli occhi acuti e impertinenti e lo salutò sbattendo la zampa destra, mentre con la sinistra lo invitava gentilmente ad avvicinarsi. Lo squalo stupito e spaesato da tanta gentilezza e coraggio rimase immobile e improvvisamente ebbe dubbi e paura per quella situazione inaspettata.
Dopo qualche istante, umiliato davanti a tutti gli altri esseri marini, virò rapidamente e scappò nel più profondo dell’oceano.
I predatori delle tartarughe marine sono gli squali e l’uomo.
Qualche volta la gentilezza, il coraggio e l’umiltà riescono a vincere sulla prepotenza e l’arroganza.