Una leggenda alla base di questa antica festa di tradizione e devozione...
Quella della Madonna Bruna di Materdomini, del 15 agosto, è una festa antica che conserva ancora forti segni di tradizione e devozione.
Siamo nel salernitano, agro nocerino sarnese, più precisamente a Nocera Superiore, dove sorge il santuario dedicato alla Madonna di Materdomini.
Le radici di questa tradizione, profondamente radicata nell’immaginario popolare, sono molto antiche e intorno ad esse ruotano leggende tramandate nel tempo.
La leggenda più comune narra che la Vergine apparve in sogno ad una contadina, di nome Caramarì. Durante queste visioni, avvenute tra il 1041 e il 1060, la Madonna le chiedeva di scavare sotto la quercia, ai piedi della quale la donna era abituata a riposare: proprio lì, sepolto, fu ritrovato il quadro di una Madonna con bambino e così, nel 1061, fu eretta la Basilica in suo onore.
Da allora a visitare il Santuario per l’Assunzione, ogni anno, si recano pellegrini da ogni punto della Campania e non solo. Arrivano già dalla vigilia con carri, addobbati con fiori, nastri e fiocchi, cantano inni sacri popolari e recitano il Rosario, le danze mantengono svegli e le preghiere si mischiano con le tammorre.
Una festa che unisce sacro e profano.
Ci si aggira tra le bancarelle per assaggiare la famosa “palatella” con la ‘mpupata. Si tratta di un piatto povero, un filone di pane dalla forma particolare: le due estremità sono due nodi che lo rendono simile a una caramella. Originariamente alla vigilia dell’Assunzione non si mangiava carne, perciò veniva farcita con la ‘mpupata, consistente in due semplici ingredienti: melenzane sottaceto e alici di Cetara sotto sale. Una combinazione fra terra e mare che garantisce un pasto sostanzioso e saporito.