Una leggenda piena d'amore che spiega la nascita del prezioso corallo del nostro mare...
Tanti anni fa il re degli isole del Mar Tirreno si chiamava Corallino ed era un abile pescatore. Era però un re povero, al quale per vivere bastavano soltanto un po’ d’acqua e del pesce.
Egli teneva unicamente alla felicità dei suoi sudditi, perciò insegnò loro l’arte dei pescatori: intrecciare reti, issare vele, costruire barche.
Corallino amava il mare più di ogni cosa; nelle notti di luna piena se ne stava su uno scoglio ad ascoltare il rumore delle onde che si frangevano sulla costa.
Una di queste notti gli comparve davanti una bellissima fanciulla dai lunghi capelli, che gli disse:
- Sono Maristella, una delle figlie del re Nereo e vivo in un palazzo sul fondo del mare. Al mio servizio ho mille delfini e comando su tutti i pesci di queste acque. Vuoi venire con me? Se vorrai essere il mio sposo, sarai il più ricco di tutti i mari!
Corallino, scuotendo la testa dai riccioli bruni, le rispose: - Non posso abbandonare il mio regno, i miei sudditi hanno bisogno di me!
Maristella non si diede per vinta, gli si avvicinò, e cingendolo con i suoi capelli d’oro, disse: - Purtroppo il tuo regno va incontro a una grande sventura; vieni con me e ti salverai!
Ma Corallino, liberandosi dalla presa dei suoi lunghi capelli, rispose: - Che re sarei se non difendessi i miei sudditi nel pericolo, combattendo e anche morendo con loro?
La Nereide, piangendo, si tuffò e scomparve nell’acqua color argento.
Purtroppo, da lì a breve tempo, la profezia di Maristella si avverò: un esercito di barbari feroci e crudeli riuscì ad impadronirsi delle isole, nonostante la resistenza dei pescatori che si batterono fino all’ultimo. Anche Corallino combatté eroicamente, ma alla fine fu ucciso e sprofondò per sempre nel suo mare.
Per i pescatori superstiti la vita sotto i barbari fu triste e dura; divennero ancora più poveri e affamati.
Un giorno, durante la pesca, le maglie della rete di uno di loro si impigliarono in qualcosa sul fondo del mare. Uno dei ragazzi si tuffò e notò che la rete era infilata in un alberello rosso tempestato di piccolissimi fiori bianchi. Il giovane si avvicinò per guardare meglio e vide il re Corallino disteso con gli occhi chiusi. Aveva una espressione tranquilla e sorridente e non si capiva se fosse morto o se dormisse.
Dal suo cuore spuntava l’alberello rosso con i fiori bianchi. Riaffiorato dall’acqua raccontò ai compagni ciò che aveva visto, ma gli altri pescatori non volevano credergli, pensando a una sua allucinazione; ma il ragazzo insistette tanto che un altro di loro si immerse fin sul fondo. Tornato a galla questi confermò i fatti, parola per parola: il re Corallino giaceva lì tranquillo, con un piccolo albero rosso che gli usciva dal cuore.
Allora il pescatore più vecchio e saggio decise di andare a controllare personalmente; arrivato in fondo, constatò che era tutto vero, ma al fianco del giovane morto apparve all’improvviso una fanciulla bionda.
- Chi sei? – le domandò il pescatore, stupito.
Maristella si presentò, poi gli disse: – Ho amato molto il vostro giovane e coraggioso re; quando il suo corpo è caduto in battaglia qui nel mare, l’ho disteso in questo punto e ho ordinato alle onde e ai pesci di conservarlo bello e giovane come era in vita. Era così pieno d’amore verso di voi che non ha mai voluto lasciarvi. Perciò dal suo cuore ho fatto crescere questa che sembra una pianta. Prendetela voi e datele il suo nome: “CORALLO”. Se con i suoi preziosi rami farete gioielli e monili, diventerete ricchi”.
Detto questo, la Nereide sparì. Il vecchio pescatore riportò in superficie il ramo di corallo e ne parlò alla sua gente. Anche quest’altra profezia di Maristella si avverò: da allora i pescatori del mar Tirreno cercarono il corallo e ritornarono a vivere con dignità.