Ancora una bella favola natalizia di Monica Sorti...
Le prime luci dell’alba stavano ormai spuntando in lontananza e Babbo Natale aveva quasi ultimato tutte le consegne. Sulla sua grande slitta rimaneva un unico sacco, l’ultimo, dopo il quale sarebbe cominciato per lui un lungo periodo di meritato riposo.
“Dove dobbiamo andare?” chiese la renna Tomtom.
“Bosco degli Incanti”, rispose Babbo Natale mentre si calava il cappello sulle orecchie per evitare che prendesse il volo.
Al solo sentire il nome dell’ultima destinazione, le renne cominciarono a sbuffare e a lamentarsi.
“Noi lì non ci vogliamo andare”, disse la renna Petunia a nome di tutte. “L’anno scorso, prima di riuscire ad atterrare, abbiamo lasciato tra i rami almeno sei chili di pelo. Scommetto che tutte le giacche di renna prodotte nella zona sono state il nostro regalo di Natale”.
Babbo non sapeva che torto dar loro. Il Bosco degli Incanti era il luogo magico della terra più difficile da raggiungere, protetto da fitti alberi secolari che impedivano il passaggio della slitta e delle renne. Ma era di vitale importanza consegnare quel sacco, perché conteneva un elemento importante che le fate, gli elfi e gli gnomi avrebbero sparso in giro per il mondo.
“Care renne, guardate oltre. Pensate che poi vi manderò in vacanza in una fattoria a 5 stelle”. Anche se cercava di rabbonirle, capiva che erano incavolate nere da come sfrecciavano tra le stelle, evitandole per un pelo. Quello stesso pelo che, tra poco, avrebbero lasciato tra i rami. “Ecco, ci siamo. Preparatevi ad atterrare”, esclamò Babbo Natale quando furono sopra il Bosco.
Le renne rallentarono e cominciarono la faticosa discesa.
“Ferme, ferme, mi si è impigliato un ramo nelle corna!”, strillò una di loro.
“A me si è strappato il pelo alle ginocchia”, piagnucolò un’altra.
“E io ho uno zoccolo infilato nel tronco”.
Finché la slitta non rimase incastrata tra due abeti secolari.
“Sentite, non possiamo prendere questo sacco e lanciarlo di sotto? Ci penseranno poi loro a dividersi il bottino”, propose la renna Rimedia.
“State scherzando? Non è possibile! Il suo contenuto è troppo prezioso, perché è una merce rara ormai in via di estinzione, e non ne può andare sprecato neppure un solo grammo”.
“E dove mai si trova questa merce?”, volle sapere la renna Asky.
“E’ una cosa che solitamente, chi più e chi meno, possiedono tutte le persone. Solo che, troppo spesso, la perdono. E, una volta persa, non è poi così facile da ritrovare. Pensate che i miei folletti hanno rastrellato ogni angolo del pianeta per raccogliere questo unico sacco. Per questo è così preziosa…”
“Ma che roba è?”, chiesero in coro tutte le renne.
“La pazienza”.
“La pazienza? E cos’è? Un gioco? Un capo di abbigliamento? Un nuovo modello di cellulare?”.
“Ma no, noooo. Dovreste ormai saperlo che gli abitanti del Magico Regno non chiedono mai questo tipo di doni. Loro vogliono in regalo sentimenti, abilità, speranze, insomma, cose così. Oppure virtù, come in questo caso. La pazienza è una virtù. La virtù di chi sopporta le avversità e le noie con serenità, comprensione e tolleranza. In poche parole è quella cosa che sta mancando a voi in questo momento”.
Non appena pronunciate queste parole, a Babbo Natale venne una brillante idea.
Aprì il grande sacco, prese in pizzico di polverina e la gettò addosso alle renne lamentose. Subito queste si tranquillizzarono e insieme, collaborando piano piano, riuscirono a liberare la slitta e a risalire verso l’alto. Poi, con molta calma e pazienza, cercarono di individuare il punto che, tra gli alberi, avrebbe consentito loro il passaggio più semplice e agevole.
Così, muovendosi con attenzione e con cautela, alla fine riuscirono a far atterrare la slitta, e il prezioso sacco finì sano e salvo nelle mani degli abitanti del Magico Regno. Che avrebbero provveduto a soffiarne un po’ in giro, laddove ce ne fosse stato più bisogno. Perché era giunta loro voce che, nel mondo, la pazienza, purtroppo, andava scarseggiando.