Un asino, un cane, un gatto e un gallo sognano di suonare nella banda della città di Brema. Come andrà a finire?...
In un piccolo villaggio tedesco, vicino alla città di Brema, viveva un asino che lavorava per un mugnaio. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, trasportava pesanti sacchi di grano da macinare al mulino. Quando l’asino incominciò a invecchiare e le sue gambe a piegarsi sotto il peso dei grossi sacchi, si rese conto che presto il mugnaio si sarebbe disfatto di lui e decise di fuggire.
Dovete sapere che l’asino amava tanto la musica, perciò pensò che avrebbe potuto guadagnarsi da vivere suonando nella banda cittadina; così, in un bel mattino di sole, si diresse verso la grande città di Brema.
Non era andato molto lontano quando s’imbatté in un cane, che poltriva sul ciglio di una strada e disse:
- Ciao vecchio cane, che ti succede?
- Eh, son diventato troppo vecchio per cacciare con gli altri cani – ansimò la bestia – Sono sicuro che il padrone vuole disfarsi di me, perciò sono scappato.
- E perché non vieni con me a Brema? – suggerì l’asino – Voglio entrare nella banda cittadina: io suonerò il tamburo e tu potresti suonare la tromba.
Il cane acconsentì e insieme si diressero verso Brema. Dopo circa un paio d’ore videro un gatto dall’aria infelice, sul ciglio della strada.
- Ciao vecchio micio, cosa ti succede?
- Oh, sto diventando vecchio – disse il gatto – I miei denti non sono aguzzi come prima e non riesco più ad acchiappare i topi: ero sicuro che la mia padrona voleva disfarsi di me e così sono scappato.
- E perché non vieni con noi a Brema? – disse l’asino – andiamo a unirci alla banda cittadina e tu potresti suonare il violino.
Il gatto felice acconsentì e tutti e tre si diressero verso Brema. Dopo poche miglia il gruppetto arrivò a una fattoria, dove un bel gallo cantava a gola spiegata.
- Salve vecchio gallo – disse l’asino - Che fai? Il giorno è troppo avanzato per cantare.
- Oh, io sono vecchio – spiegò il gallo – Il mattino non riesco a svegliarmi e il contadino si arrabbia: sono sicuro che vuole disfarsi di me.
- E perché non scappi con noi a Brema? – replicò l’asino – andiamo a suonare nella banda cittadina. Io suonerò il tamburo, il cane la tromba e il gatto il violino, tu, che hai una bella voce, perché non ti unisci a noi per cantare? Il gatto acconsentì e insieme si diressero verso Brema.
Ma la città era ancora lontana e i quattro amici cominciarono ad avvertire fame e stanchezza. All’improvviso l’asino disse:
- Guardate! Laggiù nel bosco c’è una fattoria, se ci avviciniamo senza far rumore, potremmo rifugiarci nel granaio e magari troveremo anche un po’ di cibo.
Detto fatto i quattro viandanti, quatti quatti, si avvicinarono alla fattoria e l’asino si affacciò alla finestra.
- Che cosa vedi? – disse il gatto
- C’è una tavola carica di cibo e intorno al tavolo ci sono tre tipi poco rassicuranti. Sono sicuro si tratta di ladri.
I quattro amici erano troppo affamati per rinunciare a mangiare, allora si riunirono dietro l’angolo ed elaborarono un piano per far scappare i ladri. L’asino appoggiò gli zoccoli anteriori sul davanzale della finestra; il cane gli montò sul groppone; il gatto si arrampicò sulla schiena del cane e il gallo volò sul dorso del gatto. quando l’asino mosse le orecchie, tutti insieme cominciarono a fare più fracasso che potevano. Poi i quattro amici shoccarono la finestra e irruppero nella stanza: i ladri si spaventarono tanto che si precipitarono fuori di corsa e scomparvero nel bosco. Allora l’asino, il cane, il gatto e il gallo si sedettero a tavola e mangiarono fino a scoppiare, poi spensero la luce e si misero comodi a dormire. stanchi e sazi, dopo un po’ russavano tutti quanti e sognavano di vivere allegramente a Brema.
Intanto i ladri si erano accorti che qualcuno aveva spento la luce e il capo ordinò ad uno dei suoi di andare a dare un’occhiata alla casa. Il ladro sgusciò silenziosamente attraverso la finestra rotta della cucina e stava per accendere la candela, quando vide gli occhi del gatto scintillare e pensando che fossero due carboni accesi si avvicinò per accendere la candela. Ma appena si fu chinato ed ebbe toccato il gatto, questi balzò su e gli graffiò il volto. Il ladro terrorizzato fuggì verso la porta ma incrociò il cane che gli morse una gamba. Zoppicando corse nel cortile dove l’asino gli assestò un calcio con gli zoccoli, mentre il gallo gli volò sulla testa e lo graffiò tutto.
Il povero ladro spaventato corse a perdifiato nel bosco
- Allora? – chiese il capo – Che è successo?
- C’è una strega in quella casa, mi ha graffiato il viso con gli artigli,
e c’è uno gnomo che mi ha pugnalato la gamba e un mostro scuro mi ha bastonato, e un grosso pipistrello mi strideva nell’orecchio. Non tornerei laggiù nemmeno per mille monete d’oro.
Dopo quella notte di terrore i ladri si tennero alla larga dalla casa. I quattro amici decisero invece di non allontanarsene più… e per questo motivo non arrivarono mai a Brema e non si unirono mai alla banda cittadina.