Rosie è un'elefantina che mangia troppi pasticcini e questa è la sua storia...
Rosie era un’elefantessa che viveva allo zoo. I guardiani la chiamavano “Cicci” ma lei lo trovava un nome volgare e ne era molto infastidita.
I visitatori invece non la chiamavano affatto, ma le davano frutta e biscotti… e pasticcini… soprattutto pasticcini. Rosie se li mangiava proprio tutti, e adorava quelli che avevano la glassa sopra.
- Stai diventando grassa “Cicci”! – dicevano i guardiani, ma Rosie non ascoltava.
- Non mi chiamo Cicci – diceva tra sé.
Un giorno mentre stava tornando a casa, rimase inceppata nella porta.
- Oh povera me! Quegli orribili, antipatici guardiani hanno rimpicciolito la porta mentre salutavo la gente con la proboscide. O forse si è ristretta per la pioggia!
Spinse e lottò, ma non poteva muoversi; cominciò a temere di dover rimanere lì per sempre.
- Forse ho mangiato troppi pasticcini! – singhiozzò Rosie, e una grossa lacrima le scivolò giù per la proboscide.
Arrivarono i guardiani e cominciarono a spingerla mentre i ragazzini gridavano: – Forza, forza dai!
Ma non riuscirono a smuoverla e un’altra lacrima le rotolò lungo la proboscide. Poi arrivò Marco, il figlio del capo guardiano, e asciugò le lacrime di Rosie con una tovaglia:
- Non piangere elefantina – le sussurrò all’orecchio, e lei si sentì subito consolata.
- Che ne dite se strofinassimo d’olio tutto il corpo di Rosie cosicché possa scivolare attraverso la porta? – suggerì Marco.
- Ottima idea – disse il guardiano.
Consumarono cento bottiglie d’olio di cocco per rendere il corpo di Rosie scivoloso, e poi tutti insieme spinsero.
Spingeva il capo guardiano, spingevano gli altri guardiani, spingevano i ragazzi; Marco stava vicino alla testa di Rosie e le teneva con garbo la proboscide e le sussurrò:
- Su, Rosie, metticela tutta, presto sarà buio.
Poi SBANG! Rosie fu spinta dentro casa e finalmente tutti se ne andarono a casa contenti.
Marco invece rimase vicino a Rosie per parecchio e tenendole la proboscide le diceva;
- Mi piacerebbe essere tuo amico.
Il mattino seguente portò a Rosie un cesto di frutta per colazione, un secchiello di vernice e un pennello. Con la sua migliore calligrafia dipinse la parola “ROSIE” sulle pareti della casa dell’elefantessa. Le disse che finché non fosse dimagrita abbastanza per poter passare attraverso la porta per uscire, sarebbe venuto a trovarla ogni giorno.
E fu proprio quello che fece.
Poi, una bella mattina soleggiata quando i ragazzi, come sempre, chiamavano a gran voce:
- Rosie! Rosie vieni a salutarci – Marco, orgoglioso, condusse fuori un’elefantina magra e felice.
Tutti i guardiani applaudirono e dissero – Brava Rosie!
Ora Rosie è felice perché il suo amico Marco, le fa visita tutti i giorni e due volte al sabato e alla domenica.
Rosie mangia la frutta che le getta il pubblico tutti i giorni, ma mangia pasticcini solamente la domenica!