"Siamo i soli artefici del nostro destino": è la morale di questa antica favola orientale...
C’era una volta un generale che stava conducendo le sue truppe in battaglia contro un nemico dieci volte più numeroso.
Lungo la strada per arrivare al campo di battaglia, il reggimento si fermò a pregare presso un piccolo tempio affinché gli dei li conducessero alla vittoria. Ad un certo punto, il generale estrasse dalla tasca una moneta, poi, rivolgendosi ai suoi soldati, disse: “Io imploro gli dei affinché ci aiutino a schiacciare il nostro nemico. Se questa moneta cade a terra con la testa in alto, noi vinceremo. Se invece esce la croce, allora perderemo; il nostro destino è nelle mani degli dei. Preghiamo con tutta l’anima.”
Dopo una breve preghiera, l’ufficiale lanciò in aria la moneta che atterrò con la testa in alto. Gli uomini furono contentissimi e andarono in battaglia con spirito di rinnovata fiducia. Proprio come era stato presagito, l’esercito più piccolo vinse la battaglia.
Presi dall’entusiasmo, i soldati esclamarono: “È una gioia e un conforto sapere di avere gli dei dalla nostra parte. Nessuno può modificare ciò che essi hanno stabilito.” “Ma davvero?” Sbottò il generale mostrando loro la moneta che prima aveva lanciato in aria: su entrambe le facce c’era incisa la stessa testa.