Quando un uccello canta fra i rami di un albero, molto spesso lo fa per dare un avvertimento agli altri uccelli maschi...
Quando un uccello canta fra i rami di un albero, instancabilmente, molto spesso lo fa per dare un avvertimento agli altri uccelli maschi che sono alla ricerca di un luogo in cui costruire un nido. E di che cosa cerca di avvertirli?
Con quel canto egli vuole dire loro che quell’albero, o quel cespuglio, e il territorio immediatamente circostante, sono già occupati, e che uccelli della stessa specie devono dunque cercare altrove il posto in cui possono fissare la loro dimora.
Questo tipo di canto risulta utile per l’uccello che lo produce, perché in tal modo tutte le risorse alimentari presenti in quel “territorio” resteranno a disposizione della coppia. Quelle risorse serviranno poi anche per nutrire gli uccellini che nasceranno, e che per molti giorni dovranno restare nel nido a ricevere il cibo dai genitori, con la bocca spalancata e le ali ancora prive di piume.
Però il canto risulta utile anche per tutta la specie alla quale l’uccello appartiene. In che modo?
Se quel canto non ci fosse, potrebbe accadere che molti uccelli della stessa specie occupino tutti lo stesso territorio, lasciando invece del tutto liberi altri territori. Questi uccelli si troverebbero ben presto di fronte ad una insufficienza di cibo (dato che, essendo della stessa specie, consumano tutti proprio lo stesso tipo di cibo). Molti di essi finirebbero allora con l’indebolirsi e morire, divenendo più facilmente preda di altri animali, o vedrebbero morire gli uccellini appena usciti dalle loro uova.
Quando invece ogni uccello di una certa specie si vede costretto dal canto “territoriale” prodotto da altri uccelli della sua specie ad allontanarsi da essi per cercare un altro territorio, vengono occupati poco per volta tutti i territori liberi e le fonti di cibo utilizzabili diventano così più numerose, con un vantaggio di tutti gli uccelli di quella specie.
fonte: Guido Potter