Questa bellissima favola ci spiega perché le Dolomiti sono le montagne più luminose al mondo...
C’era una volta un giovane re che non era contento del suo regno. Era un regno tutto di montagne. Montagne scure con grandi crepacci, buie anche a mezzogiorno. Mettevano tristezza solo a guardarle.
Il giovane re aveva una passione. Chiuso nel suo castello scuro guardava sempre il cielo col cannocchiale. Notte dopo notte. E soprattutto guardava ammirato la luna e diceva:
-”Lassù tutto splende, tutto è luce. Deve essere bellissimo abitarci!”
Una notte che come al solito, stava osservando la luna, udì un fischio. Era una nuvola che lo chiamava. Era rimasta impigliata alla torre più alta del castello e non riusciva a liberarsi da un cespuglio di rododendri con fiori rossi, che cresceva fra le pietre della torre.
Il giovane re accorse alla torre e stava per liberare la nuvoletta. Poi ci ripensò e disse:
-”Senti un po’, nuvoletta, io ti libero ma in cambio mi porti a fare un giretto dove voglio io!”
La nuvoletta, che soffriva a stare ferma, accettò e il giovane re le saltò sopra, afferrò il cespuglio di rododendri e lo strappò con tutta la radice. Con un sospiro di sollievo, subito la nuvola si innalzò nel cielo notturno e chiese al re:
-”Allora, dove vuoi che ti faccia fare questo giretto?”
-”Roba da poco, portami fino alla luna!”- sorrise il furbetto
I patti sono patti, e la nuvoletta, mettendocela tutta, cominciò a puntare sempre più verso l’alto. E naviga naviga, e alzati alzati, eccola arrivare sulla luna. Tutto era chiaro. Il re, abituato alle sue buie montagne, andava in estasi. Non gli sembrava vero di passeggiare e correre in tutto quel chiarore. Ed ecco che si trovò davanti ad un meraviglioso castello, tutto luccicante. Era il castello del re della luna, il giovane bussò timidamente alla porta. Gli aprì una fanciulla tutta chiara, tutta latte e miele. Il giovane re si innamorò di colpo. Aveva ancora in mano il cespuglio di rododendri e lo offrì alla fanciulla. Quella guardò i fiori e si innamorò anche lei. Il re della luna, che era il padre della fanciulla, capì immediatamente che sua figlia si era innamorata del giovane straniero e decise di farli sposare. Le nozze vennero celebrate in quattro e quattr’otto e poi i due giovani sposi corsero via dalla luna e atterrarono sulla Terra, proprio davanti al castello fra le montagne, dove i sudditi fecero loro una bella accoglienza.
Le giornate passavano e, mentre lo sposo si dedicava agli affari, la sposa girellava per il regno e aveva freddo. Tutte quelle ombre scure le facevano male agli occhi, troppi colori violenti per lei, abituata al chiarore soffuso del suo mondo lunare. Cadde malata, malata di luce. E nessun medico riusciva a guarirla, anzi, tutti dicevano al marito:
-”Guardi che se sua moglie non torna al suo paese, morirà!”
Il giovane re allora decise, per il bene della moglie, di rimandarla sulla luna, con la prima nuvola di passaggio. Lei sulla luna stava bene, ma non faceva che pensare al marito lontano. Lui faceva lo stesso nel suo castello.
Una notte che, come al solito, il giovane re scrutava la luna, si accorse di un chiarore lontano, in cima a una delle montagne del suo regno e decise di andare a vedere. Cammina cammina si trova davanti a una grotta, da cui viene fuori un chiarore, come un raggio di luna. Nella grotta c’erano un sacco di vecchietti dalla faccia triste. Erano gnomi scacciati dal loro paese in seguito a una guerra vinta da draghi cattivi. Erano alla ricerca di un posto dove vivere.
-”Come mai c’è tutto questo chiarore nella grotta!” – chiese il re.
-”Perché siamo fatati, ovunque passiamo, portiamo luce e chiarore, come una scia!
-”Ma bene! Sistematevi pure fra le montagne del mio regno. Siete i benvenuti!
Gli gnomi non sapevano come ringraziare il giovane re, volevano offrirgli oro e pietre preziose, ma lui non voleva niente. Gli bastava che andavano in giro per il regno il più possibile. E così fecero: uscirono dalla grotta tutti contenti e ovunque passassero, i picchi si illuminavano e le valli diventavano scintillanti. Le montagne persero quella loro aggressiva sicurezza. Anche i sudditi del regno, che erano sempre stati arcigni e taciturni, davanti quel chiarore, divennero allegri e spensierati.
Il giovane re mandò un telegramma alla mogliettina:
-”Torna. Tutto è cambiato. Baci, Stop”.
E la figlia del re della luna arrivò, e vide il gran cambiamento, si trovò bene, e diede un bacione sulla testa dello gnomo capo.
Ancora oggi quelle montagne conservano il chiarore lasciato dagli gnomi.
Sono le Dolomiti le più belle e luminose montagne del mondo.